Ogni individuo singolarmente ha una personale idea di che cosa sia il gioco d’azzardo. Una semplice, ma efficace definizione di gioco d’azzardo (gambling in inglese) è quella di gioco posto in essere a fine di lucro, in cui la vincita o la perdita è interamente aleatoria.

Nello specifico, il gioco d’azzardo può essere definito come un’attività, più o meno rischiosa, nella quale avviene uno scambio interindividuale di denaro o di effetti personali, in assenza di corrispettivi materiali; esso presuppone la presenza di soggetti perdenti e vincitori, solo quest’ultimi ottengono sempre un guadagno che risulta determinato non da specifiche abilità personali, ma esclusivamente dal caso (Perkins 1950).

Il gioco d’azzardo si è sviluppato parallelamente alle prime civiltà umane. Le più antiche forme riscontrabili di gioco d’azzardo possono essere datate attorno al 3000 a.C. circa, infatti era diffuso nell’antico Egitto e la sua funzione, in origine, era strettamente collegata alla sfera magico-religiosa. Solo in un secondo momento si è cominciato a utilizzarlo per ragioni meno dipendenti dalla sacralità e dal divino, e quindi iniziò a diffondersi in modo crescente nella popolazione. Tuttavia l’origine del gioco d’azzardo non può essere circoscritta al bacino del Nilo, infatti è possibile affermare, grazie ai notevoli ritrovamenti di rudimentali dadi, che esso fosse diffuso anche presso i Sumeri, gli Assiro-babilonesi e nell’antica civiltà cinese ed indiana.
Si giocava d’azzardo anche nella Grecia classica in particolar modo fra le classi sociali più colte. Era largamente praticato a Roma, soprattutto nel periodo imperiale, tanto nei i più ricchi e potenti uomini del tempo quanto nel più comune civis romanus. I Romani erano soliti scommettere sulle corse delle bighe, sugli scontri fra gladiatori, o nelle lotte tra animali, praticavano in massa giochi d’azzardo molto comuni come il gioco dei dadi (alea), il testa o croce (navia aut capita), e altri simili. A conferma di ciò, Svetonio nel De vita caesarum descrive gli imperatori Claudio, Nerone e Caligola come incalliti giocatori di dadi, e inoltre Tacito, nel De origine et situ Germanorum, sostiene che il gioco d’azzardo fosse fortemente diffuso anche presso innumerevoli tribù germaniche.
A partire dal Medioevo si svilupparono molte varianti del gioco dei dadi, fra cui la più comune in Italia era la zara, nota soprattutto per essere stata citata da Dante nel VI canto del Purgatorio.
A partire dalla fine del XIV secolo nell’Europa mediterranea, per effetto dell’influenza araba, si svilupparono i primi esemplari di carte da gioco, le quali iniziarono in maniera massiccia a diffondersi tra le popolazioni.
Invece le prime forme di lotterie nacquero nel XVI secolo in Inghilterra, e grande diffusione ebbero durante il regno di Elisabetta I. Le lotterie reali riscontrarono enorme successo anche in Francia, infatti fu proprio grazie ad esse che il re Francesco I di Valois nel 1539 riuscì a mettere in pareggio il bilancio dello stato, e Luigi XIV, con il contributo dei proventi ottenuti da tali forme di gioco, riuscì ad compiere imponenti opere pubbliche (Suissa 2007).
Sempre in Gran Bretagna nel XVII secolo iniziarono a diventare molto diffuse le corse dei cavalli, tanto che le relative scommesse ippiche divennero nel Regno Unito, e più in generale in tutta Europa, fra le forme più praticate di gioco d’azzardo.
Solamente in seguito agli studi di Pascal sul moto perpetuo, a cavallo tra il XVII e XVIII secolo vennero create in Francia le prime forme di roulette, nate dalla fusione di preesistenti forme di gioco, tra cui la hoca, di cui era assiduo giocatore Luigi XIV.
A partire dal XIX secolo furono costruite le prime moderne case da gioco o casinò, le quali iniziarono ad avere una sempre crescente diffusione e popolarità soprattutto in seguito a due importanti creazioni: la moderna roulette, ideata nel 1842 dal francese François Blanc, e la poker-machine (nota soprattutto con il nome di slot-machine) brevettata nel 1895 dallo statunitense Charles Fey.

Stilare un elenco completo di tutti i giochi d’azzardo esistenti è pressoché impossibile. Infatti gli individui possono mettere in atto scommesse in un’infinità di condizioni e situazioni diverse. Attualmente, nella maggior parte dei paesi industrializzati, sono ammesse e legalizzate molte forme di gioco d’azzardo, fra cui le scommesse sulle corse, sulle competizioni sportive, soprattutto calcistiche, e le lotterie, le quali spesso assumono carattere nazionale. La legislazione che regola il gioco, la sua diffusione, e l’elenco dei giochi proibiti o illegali perciò cambia da stato a stato.
Numerosi studi confermano che in tutti i paesi in cui sono legali alcune tipologie di gioco d’azzardo, vi partecipa una percentuale di popolazione che oscilla tra l’80 e il 90% (Dickerson 1993). Tuttavia circa i due terzi di individui in questione prende parte a tali forme di gioco soltanto in modo saltuario e sporadico. In altre parole è possibile affermare che nella quasi totalità dei paesi industrializzati oltre l’80% della popolazione almeno una volta all’anno partecipa ad una qualsivoglia forma di gioco d’azzardo.
I giochi d’azzardo possono essere divisi in due categorie: quelli praticati al di fuori dei casinò e quelli praticati al loro interno.
Fra i più diffusi giochi d’azzardo che si svolgono al di fuori dei casinò vi sono le scommesse su ogni tipo di corsa (motociclistica, automobilistica, ippica ecc…), le lotterie, il bingo, le slot-machines e le scommesse sulle competizioni sportive. Quando tali tipologie di gioco sono legalizzate e facilmente reperibili al pubblico tendono a superare, in termini di denaro rischiato, qualunque altro tipo di gioco.

Per quanto riguarda nel dettaglio il contesto italiano, la ricerca più recente a livello nazionale sulle abitudini di gioco degli italiani è stata svolta nel 2011 per opera del Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’Azzardo (Co.Na.GGA) in collaborazione con il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA). Da tale lavoro di analisi è emerso che in Italia, fra i giochi che sono maggiormente praticati, al primo posto si posiziona il “Gratta&Vinci” giocato dal 22% delle persone, segue il “Superenalotto” con il 16,5%, poi “Lotto” con l’11,4%, le lotterie con l’8,3%, il “Win for Life” al 7,2%, i giochi di carte con scommesse in denaro, di cui il più diffuso è il poker nelle sue molteplici varianti, al 5,7%, le slot-machines al 5,3%. Ad essi in ordine di diffusione seguono il gioco d’azzardo online al 4,7% e le scommesse sportive al 4,5% e a seguire gli altri giochi minori.

 


FONTI

CoNaGGA, CNCA (2011), Le abitudini di gioco degli italiani. Risultati della ricerca nazionale 2011, in Iori M. (a cura di), Ma a che gioco giochiamo? Il gioco d’azzardo da problema sociale e di dipendenza, a interessi economici, politici e criminali, “A Mente Libera” Edizioni, Reggio Emilia, pp. 220-230.

Dickerson M.G. (1993), La dipendenza da gioco. Come diventare giocatori d’azzardo e come smettere., EGA Edizioni Gruppo Abele, Torino.

Masi M. (2012), La dipendenza da gioco patologico, tesi di laurea, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, a.a. 2011-2012, sessione I, relatore M.Costa.

Perkins E. B. (1950), Gambling in English Life, Epworth Press, London.

Suissa A.J. (2007), Gambling Addiction as a Pathology: Some Markers for Empowerment, Journal of Addiction Nursing, 18, pp. 93-101.

 


Marco Masi

Marco Masi

Sono Marco Masi. Mi sono laureato in Psicologia Clinica all’Alma Mater Studiorum Università di Bologna presso la Facoltà di Psicologia della sede di Cesena (FC). Come PSICOLOGO CLINICO e PSICOTERAPEUTA mi rivolgo alla prevenzione delle situazioni di disagio e alla promozione del benessere psicologico e sociale, in particolare all’identificazione e al trattamento delle problematiche affettive, relazionali e comportamentali che si presentano in situazioni di disagio emotivo.

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