L’uso della messaggistica istantanea sta influendo sulla nostra vita quotidiana in una molteplicità di ambiti (ad esempio familiare, lavorativo, sociale e personale). È ormai assodato come i nuovi mezzi tecnologici di comunicazione negli ultimi venti anni hanno radicalmente mutato la forma e la qualità delle interazioni sociali. Tuttavia un uso eccessivo di tali strumenti radicato nel contesto quotidiano può portare alcune persone a sviluppare sintomi simili a dipendenze comportamentali (López-Fernández, 2015).

Già in passato l’uso problematico del telefono cellulare è stato considerato un fattore di rischio per sviluppo di dipendenza psicologica (Takao, 2014), tuttavia questa tendenza è andata ad aumentare con lo sviluppo degli Smartphone e in particolare dei programmi di messaggistica istantanea in particolar modo Whatsapp. Infatti l’uso eccessivo o addirittura l’abuso della messaggistica istantanea può avere una molteplicità di conseguenze negative come ad esempio flessione dei risultati scolastici, calo della produttività lavorativa, diminuzione della comunicazione con i membri della propria famiglia, aumento dei conflitti interpersonali e della gelosia nei confronti del proprio partner (Bhatt & Arshad, 2016; Galluch, Grover, & Thatcher, 2015; Lin, 2012).

Un’equipe di lavoro dell’Università di Murcia (Bernal-Ruiz, et al., 2019) in Spagna ha recentemente validato un questionario auto-valutativo volto a misurare l’impatto negativo che Whatsapp può causare nella vita degli studenti. Questo strumento valutativo prende il nome di scala WANIS (WhatsApp Negative Impact Scale). Il questionario si compone di 37 affermazione relative all’uso della messaggistica istantanea alle quali si deve rispondere utilizzando un punteggio che va da 0 a 3, dove nello specifico: il voto 0 significa essere “assolutamente in disaccordo”; con 1 invece si esprime “disaccordo”; con 2 si è “d’accordo” e 3 “completamente d’accordo”. Ad un punteggio totale pari o superiore a 68 può corrispondere un uso problematico di WhatsApp.

Il questionario è così composto:

  1. Mi sento stanco/a la mattina dopo essere stato con WhatsApp la sera prima.
  2. Osservo i miei contatti di WhatsApp per vedere quanto tempo rimangono connessi.
  3. Mi sento osservato/a dai miei contatti di WhatsApp.
  4. Parlo con i miei amici tramite WhatsApp anche se sono con loro.
  5. Quando sono con i miei amici presto più attenzione a WhatsApp che a loro.
  6. Discuto con la mia famiglia sul passare troppo tempo connesso a WhatsApp.
  7. La mia famiglia mi controlla attraverso WhatsApp.
  8. Discuto con i miei genitori sul passare troppo tempo connesso a WhatsApp.
  9. Discuto con i miei genitori tramite WhatsApp.
  10. Il mio uso di WhatsApp interferisce con le prestazioni dei lavori domestici.
  11. Quando sento WhatsApp, interrompo la conversazione con i miei genitori.
  12. Quando sento WhatsApp, interrompo la conversazione con i miei fratelli (rispondere solo se si ha fratelli).
  13. Interrompo momenti intimi con il mio partner per leggere un WhatsApp.
  14. Lascio da parte le mie attività accademiche per l’uso di WhatsApp.
  15. Penso che WhatsApp danneggi la mia prestazione accademica.
  16. Spio i miei contatti tramite WhatsApp per verificare se sono online.
  17. L'”ultimo accesso” è stato oggetto di controversia con uno dei miei contatti.
  18. Penso che WhatsApp favorisca la gelosia nella coppia.
  19. Quando siamo insieme, il mio partner presta più attenzione a WhatsApp di me.
  20. Penso che WhatsApp favorisca le infedeltà.
  21.  Sento che parlare con il mio partner su WhatsApp riduce le nostre conversazioni di persona.
  22. Faccio illazioni o pettegolezzo sulle conversazioni WhatsApp del mio partner.
  23. Mi piace sapere chi scrive al mio partner su WhatsApp quando gli/le suona il telefono.
  24. Mi preoccupa il fatto che il mio partner abbia disabilitato l’opzione “ultimo accesso”.
  25. L'”ultimo accesso” è stato oggetto di controversia con il mio partner.
  26. Mi sento ansioso nel non sapere quando i miei contatti hanno letto i miei WhatsApp.
  27. Controllo frequentemente WhatsApp per vedere se ho nuovi messaggi.
  28. Necessito di usare WhatsApp ogni giorno.
  29. Quando ricevo un WhatsApp, rispondo il più rapidamente possibile.
  30. Quando provo ad ignorare WhatsApp mi sento nervoso/a.
  31. Se dimentico il telefono a casa, mi sento frustrato dal fatto di non poter usare WhatsApp.
  32. Sono preoccupato/a di esaurire la batteria quando sto usando WhatsApp.
  33. Penso che non potrei più vivere senza WhatsApp.
  34. Sono infastidito dalla mancanza di risposta, quando sono sicuro che i miei messaggi sono stati letti dai miei amici.
  35. Mi preoccupa il fatto che i miei fratelli facciano illazioni o pettegolezzo riguardo le mie conversazioni su Whatsapp (rispondere solo se si ha fratelli).
  36. Trovo difficile concentrarmi di nuovo sugli studi quando WhatsApp mi interrompe.
  37. Smetto di prestare attenzione all’insegnante a causa dell’utilizzo di WhatsApp in classe.

 


FONTI

Bernal-Ruiz C., Rosa-Alcazar A., González-Calatayud V. (2019). Development and validation of the WhatsApp Negative Impact scale (WANIS), Anales de psicología, 35(2), 242-250.

Bhatt, A., & Arshad, M. (2016). Impact of WhatsApp on youth: A sociolog-ical study. International Journal of Management & Social Sciences, 4(2), 376-386.

Galluch, P. S., Grover, V., & Thatcher, J. B. (2015). Interrupting the work-place: Examining stressors in an information technology context. Jour-nal of the Association for Information Systems, 16(1), 1-47.

Lin, S. (2012). Instant Messaging on Interpersonal Relationship: How It Brings Inti-macy and Negative Feelings? (Unpublished master’s thesis). The Chinese University of Hong Kong, Hong Kong, China.

López-Fernández, O. (2015). Short version of the smartphone addiction scale adapted to Spanish and French: Towards a cross-cultural research in problematic mobile phone use. Addictive Behaviors, 64, 6-11.

Takao, M. (2014). Problematic mobile phone use and big-five personality domains. Indian Journal of Community Medicine, 39(2), 111-113.

 


Marco Masi

Marco Masi

Sono Marco Masi. Mi sono laureato in Psicologia Clinica all’Alma Mater Studiorum Università di Bologna presso la Facoltà di Psicologia della sede di Cesena (FC). Come PSICOLOGO CLINICO e PSICOTERAPEUTA mi rivolgo alla prevenzione delle situazioni di disagio e alla promozione del benessere psicologico e sociale, in particolare all’identificazione e al trattamento delle problematiche affettive, relazionali e comportamentali che si presentano in situazioni di disagio emotivo.

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