Il modo di guardare la televisione è radicalmente cambiato nel corso degli ultimi anni. Le nuove tecnologie come ad esempio le piattaforme di streaming hanno messo fine alla tradizionale visione basata sugli appuntamenti fissi giornalieri o settimanali. Questa rivoluzione nell’approcciarsi alla televisione è fondata sui servizi video on demand (VOD, in italiano “video su richiesta”) i quali permettono agli utenti di fruire di prodotti di intrattenimento in qualsiasi momento e luogo desiderino visionarli. Questo indiscriminato modo di accedere a contenuti multimediali (film, serie TV, show televisivi ecc…) ha avuto come effetto collaterale quello di portare alla nascita di un nuovo stile di visione chiamato “binge watching”. Tale fenomeno si manifesta sotto forma di vere e proprie abbuffate televisive le quali consistono nella visione di diversi episodi di serie TV o programmi di intrattenimento uno dopo l’altro in modo consecutivo e senza sosta, fino ad arrivare a vedere intere stagioni in un’unica singola visione (Trouleau et al., 2016)

Nei casi più gravi il binge watching porta il telespettatore ad una vera e propria perdita di controllo finendo per rimanere incollato allo schermo per un tempo largamente maggiore rispetto a quello preventivato non riuscendo a porsi limiti o fermarsi.

Attualmente il fenomeno non viene considerato come una dipendenza in senso stretto del termine, ma è importante mettere in luce quelli che possono essere i suoi effetti negativi nel lungo termine. Le prime ricerche scientifiche sul tema hanno dimostrato che al comportamento di abbuffate televisive è associata maggiore ansia, depressione e stanchezza (Devasagayam, 2016). Inoltre fra la popolazione dei binge viewers si sono riscontrati livelli più alti di depressione e solitudine rispetto a coloro i quali non mettono in pratica tali tipi di comportamenti (Sung, Kan, Lee, 2015).

La natura di questo fenomeno sempre crescente non è tuttavia esclusivamente psicologica, ma anche sociale in quanto fra gli stessi maratoneti delle serie TV è diffusa la convinzione che tale comportamento possa incrementare le proprie capacità di entrare in relazione con gli individui della propria cerchia sociale, partecipare a conversazioni o più genericamente aumentare il personale senso di appartenenza (Matrix, 2014).

Tra gli effetti negativi più conclamati del binge watching vi è la forte influenza che esercita sul regolare ciclo del sonno. Infatti è stato riscontrato, specialmente fra i giovani adulti e gli adolescenti, come un’eccessiva esposizione allo schermo può portare non solo a stanchezza e affaticamento, ma anche ad una peggiore qualità del riposo e ad un incremento dell’insonnia. (Exelmans, Van den Bulck, 2017).

 


FONTI

Devasagayam, R. (2014), Media bingeing: A qualitative study of psychological influences. In Once Retro Now Novel Again: 2014 Annual Spring Conference Proceedings of the Marketing Management Association (pp. 40-44).

Exelmans, L., & Van den Bulck, J. (2017), Binge viewing, sleep, and the role of pre-sleep arousal. Journal of Clinical Sleep Medicine, 13(08), 1001-1008.

Matrix, S. (2014), The Netflix effect: Teens, binge watching, and on-demand digital media trends. Jeunesse: Young People, Texts, Cultures, 6(1), 119-138.

Sung, Y. H., Kang, E. Y., & Lee, W. N. (2015), A bad habit for your health? An exploration of psychological factors for binge-watching behavior. In 65th Annual International Communication Association Conference, San Juan, Puerto Rico (pp. 21-25).

Trouleau, W., Ashkan, A., Ding, W., & Eriksson, B. (2016), Just one more: Modeling binge watching behavior. In Proceedings of the 22nd ACM SIGKDD International Conference on Knowledge Discovery and Data Mining (pp. 1215-1224). ACM.

 


Marco Masi

Marco Masi

Sono Marco Masi. Mi sono laureato in Psicologia Clinica all’Alma Mater Studiorum Università di Bologna presso la Facoltà di Psicologia della sede di Cesena (FC). Come PSICOLOGO CLINICO e PSICOTERAPEUTA mi rivolgo alla prevenzione delle situazioni di disagio e alla promozione del benessere psicologico e sociale, in particolare all’identificazione e al trattamento delle problematiche affettive, relazionali e comportamentali che si presentano in situazioni di disagio emotivo.

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